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Ogni edificio manifesta la propria presenza attraverso l’alterazione o l’introduzione delle sue caratteristiche che, nel migliore dei casi, generano una condizione felice tra città e edificio e tra cittadino e spazi. Sarà compito della sua forma, accogliere e facilitare questo rapporto per farsi accettare non come un corpo estraneo, ma come una singolarità che partecipa e struttura il luogo e la vita della comunità.  Diventa di fondamentale importanza chiedersi quale sia la forma più adatta a svolgere tale ruolo; quale sia la migliore immagine da donare ad uno degli edifici pubblici per eccellenza come una scuola.

Un edificio accogliente, poroso, permeabile e vivibile in ogni suo spazio, posto in antitesi al comportamento fisso, statico e rigido di un manufatto dalla forma scatolare, il quale, viceversa, si configura come barriera fisica ed empatica, tra il luogo e l’architettura.

Su tali premesse la nuova scuola è pensata come uno spazio permeabile e flessibile. La dinamicità è ottenuta attraverso l’alternanza tra pieno e vuoto, con volumi scomposti su due livelli. Ogni aula sarà riconoscibile, i bambini potranno identificare la loro classe come la propria casa. L’edificio assume un’immagine in movimento, definendo un doppio livello di spazi, quello esterno delle terrazze e delle corti tra le aule, e quello interno ospitanti le funzioni.